Due libri editi da Il Mulino che ripercorrono le vicende delle scoperte geografiche in epoca moderna.
“L’Età delle scoperte geografiche 1500-1700” si concentra maggiormente sulla costruzione dei grandi imperi coloniali. Il libro, frutto degli studi del professore Glenn J. Ames, professore di Storia del Portogallo e della Francia nell’Università di Toledo (Ohio), indaga la genesi degli imperi che hanno poi dato vita a un’espansione commerciale senza precedenti. Spagna, Portogallo, Francia, Olanda e Inghilterra: ogni impero ha delle peculiarità che lo contraddistingue dagli altri ma tutti hanno degli scambi con gli altri. E proprio su questi rapporti economici ma inevitabilmente anche culturali, l’autore costruisce il saggio.
Il secondo volume dal titolo La scoperta dell’umanità invece si focalizza sugli incontri atlantici nell’età di Cristoforo Colombo. Lo scontro-incontro con i popoli indigeni ha creato in Europa un ampio dibattito filosofico e culturale. Non erano state solo scoperte terre nuove, paesaggi incontaminati ma soprattutto si era entrati in contatti con popoli culturalmente diversi.
L’Europa scopre improvvisamente tradizioni e saperi antichi, visioni religiose differenti e per certi versi sorprendenti. Ci si imbatte in espressioni artistiche fino a quel momento sconosciute. E viceversa, se guardiamo la storia dall’altra parte siamo noi europei a essere stati scoperti e a essere esaminati. Negli ultimi anni per esempio viene contestata la parola “scoperta” proprio perché eurocentrica; i popoli americani, asiatici e africano abitavano quelle terre da molto tempo.
Proprio per allontanarci un po’ da questo visione così incentrata sulla nostra vecchia Europa, questo libro potrebbe essere un buon punto di partenza per esplorare gli incontri di questo periodo, senza trascurare nessun punto di vista. L’autore è David Abulafia, professore di Storia mediterranea all’Università di Cambridge e di cui ricordiamo il famoso libro “Federico II”.
